giovedì 23 dicembre 2010

Il produttore Roberto Baratta parla dell'ultimo film:"Nat e il segreto di Eleonora"


di Ersilia Crisci

Dopo La gabbianella e il gatto, Totò sapore e Aida degli alberi, il 2 aprile 2010 uscirà l’ultimo film prodotto da Lanterna Magica, Nat e il segreto di Eleonora. Una storia delicata e poetica che nella trama e nella grafica ricorda più un acquerello dalle tinte pastello che un videogioco. Evviva. Roberto Baratta, che ha fondato con Maria Fares Lanterna Magica, ci racconta la storia di questa particolare casa di produzione, che ha sempre scelto di realizzare film di animazione rischiosi da un punto di vista commerciale preferendo la qualità poetica ed artistica dei suoi prodotti. Osservando lo sguardo limpido di Roberto, quello di un adulto che conserva ancora dentro di sé la bellezza dell’infanzia, e ascoltando le sue parole, in cui termine ricorrente è "sensibilità" ne comprende facilmente il perché.


Lanterna Magica è una casa di produzione di film di animazione presente da quasi trent’anni sulla scena cinematografica italiana. Mi racconta le sue origini?

R. B.: Lanterna Magica oggi ha ben 27 anni di vita. Ha iniziato la propria attività nel settore educazionale nelle scuole realizzando esperienze con i bambini legate al mondo dell’animazione. Inizialmente, produceva diversi corti con varie tecniche, destinati ai circuiti scolastici. Su questa capacità di contatto con il mondo dei bambini si è innestata anche la capacità di descrivere il loro mondo attraverso un prodotto di animazione fruibile dal grande pubblico. Così sono partite una serie di iniziative dirette alla televisione, fino arrivare alla prima esperienza di lungometraggio che è stata la Freccia Azzurra.

Cosa ha rappresentato per Lanterna Magica il primo lungo, Freccia azzurra?

R. B.: E’ stata una esperienza davvero importante. L’Italia usciva da un periodo abbastanza lungo in cui di fatto non si era verificata nessuna capacità di realizzare un film di animazione. Noi di Lanterna, invece, abbiamo realizzato in modo piuttosto artigianale, ma di alta qualità, questo film che ha ricreato intorno al cinema di animazione italiano un grande interesse.

Dopo il primo film cosa è successo?

R. B.: Freccia Azzurra è stato realizzato più di 12-13 anni fa, da allora Lanterna ha proseguito con questa sua triplice attività, cinema, televisione (serie televisive) ed attività formative con i bambini. Il momento fondamentale però è ancora l’attività formativa, che diventa anche il momento di collaudo del prodotto di animazione attraverso il giudizio fondamentale di quelli a cui è principalmente diretto, ossia i bambini e le scuole.

Venerdì 2 aprile uscirà nei migliori cinema il vostro ultimo film, Nat e il segreto di Eleonora. Da cosa nasce questa ultima esperienza?

R. B.: Nat nasce intanto da un rapporto di collaborazione con una casa francese, la Alphanim/Gaumont, con cui già avevamo realizzato una serie televisiva. In questo caso la proposta è partita dai francesi, ma abbiamo immediatamente avuto un grande interesse per questa che ci è sembrata fin da subito una storia bella, avvincente e vicina alla sensibilità di Lanterna. Da lì ne è scaturito un accordo, e infatti Nat nasce come coproduzione, in cui Lanterna ha messo come suo elemento caratteristico la grande capacità che ha di lavorare sull’impianto delle scenografie, che infatti sono state realizzate completamente in Italia.

Qual è stato il risultato artistico di questa collaborazione?

R. B.: La fusione della creatività di Rebecca Dautremer, che è una grande disegnatrice francese, e le competenze di Lanterna in particolare per quello che attiene all’aspetto scenografie, realizzate da Marco Martis, ha dato vita ad un prodotto che consideriamo vicino alla sensibilità di Lanterna e, speriamo che poi ce lo confermi il box office, vicino anche alla sensibilità del pubblico delle famiglie italiane.

In cosa consiste la sensibilità di Lanterna?

R. B.: Il voler indagare in modo poetico e delicato il mondo dei bambini, le loro preoccupazioni, le loro ansie, ma anche le loro gioie. Nat risponde esattamente a queste linee guida di Lanterna.

Uno dei film indimenticabili di Lanterna è La gabbianella e il gatto. Che rapporto ha questo film con l’ultimo, Nat e il segreto di Eleonora?

R. B.: Sono due storie effettivamente diverse. Gabbianella aveva alle spalle una grande scrittura che è quella di Louis Sepulvéda, rispondeva molto ad una serie di tematiche che otto nove anni fa erano particolarmente sentite, come quelle ecologiste, oltre a quelle più tradizionali di solidarietà, amicizia tra diversi, in questo caso un gatto ed una gabbianella. Questo in qualche modo diventa l’elemento unificante con Nat, in cui c’è sempre, per raggiungere un obiettivo, la ricerca di alleanze profonde tra personaggi con storie e culture in qualche modo diverse. Nel caso di Nat è ancora più esaltato questo il valore della fantasia, in qualche modo Gabbianella aveva un valore un po’ più… chiamiamolo militante. Però direi che ci sono forti analogie per molti altri aspetti, soprattutto poetici.

Anche l’argomento di Nat è molto attuale, il tema centrale è la dislessia e la possibilità di superarla perfettamente.

R. B.: Questo è vero, secondo me è una tematica molto forte. In Italia la dislessia ancora non viene ben riconosciuta, mentre in altri paesi europei c’è una grande attenzione a questo tema e sono molto più pronti nell’affrontarlo. La dislessia è un disturbo dell’apprendimento che può essere superato completamente grazie ad interventi specifici, di solito si accompagna a grande intelligenza e sensibilità del bambino. Se non viene riconosciuta, però, può alla lunga creare un serio problema di apprendimento e quindi una difficoltà di inserimento lavorativo e sociale nel futuro del bambino.

Il film, invece, contiene un bellissimo messaggio.

R. B.: Sì, il film intende rassicurare sia il bambino che le famiglie, insegna che una difficoltà iniziale può spaventare ma può essere pienamente superata. Il tutto con una storia decisamente metaforica, fantasiosa, delicata, in cui tutti i bambini possono immedesimarsi, perché tutti vanno a scuola e imparano cose che possono sembrare difficili. Il film, inoltre, ha la capacità di emozionare, di coinvolgere emotivamente, affronta il tema della paura ma, soprattutto, del superamento della paura. È fondamentale anche il tema della fratellanza, del raggiungere degli obiettivi ma non da soli ma con altri.

Il 7 aprile uscirà il libro di Nat e il segreto di Eleonora.

R. B.: Nat non nasce come libro, è un lavoro di scrittura di uno sceneggiatore francese. Dal film nasce il libro, che in Italia sarà edito da Gallucci, e uscirà nelle librerie una settimana dopo l’uscita del film nelle sale.

(Pubblicata il 1 aprile 2010 su recensito.net)

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